Alberto Breccia

Alberto Breccia - Maestro argentino del fumetto

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Alberto Breccia


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Nato a Montevideo (Uruguay) il 15 aprile 1919, Alberto Breccia si trasferisce con la famiglia a Buenos Aires (Argentina) all'età di tre anni. Maestro riconosciuto del fumetto internazionale fa parte della cosiddetta Scuola Argentina.

Inizia l'attività di fumettista nel 1938, per passione, collaborando con varie riviste e cercando di trovare un proprio stile. Inizialmente si ispira, per esigenze varie, allo stile di Burne Hogarth and Alex Raymond. Collabora a numerose serie come Rataplán, El Gorrión, Gentleman Jim, Puño Blanco, il detective Mu-Fa. Il suo impegno si riversa anche in pubblicazioni umoristiche come Mariquita Terremoto o, un po' più in là, nel 1956, col western umoristico Pancho López.

Del 1946 è la sua collaborazione alla famosa serie di fumetti del detective Vito Nervio, uno dei primi lavori di un discreto rilievo in cui Breccia inizia a dimostrare le sue potenzialità (in Italia un paio di episodi sono stati raccolti in un volume Dardopocket dell'editore Dardo). Dello stesso periodo è la serie Armi da fuoco realizzata per il mercato europeo (e riproposta in Italia, nel 1988 dall'Eura Editoriale sul settimanale a fumetti Skorpio).

Fondamentale è la successiva collaborazione col grande sceneggiatore Héctor Germán Oesterheld con cui avrà modo di lavorare spesso in futuro. Il primo frutto di questa proficua collaborazione è il fumetto Sherlock Time del 1958, che rappresenta uno dei primi lavori importanti di Breccia. Sherlock Time è un fumetto fantastico incentrato su un detective del tempo venuto dallo spazio. Rappresenta una svolta ed un'evoluzione nello stile di Breccia, dovuta anche ad alcuni consigli ricevuti da Pratt, che considerava Breccia in grado di realizzare cose migliori, cosa ampiamente dimostrata nelle future produzioni dell'autore. Sherlock Time è stato pubblicato in Italia sempre dalla Eura Editoriale, nei primi anni di vita della rivista Lanciostory, a partire dal numero 10 del 1978. Sempre nel 1958 e sempre insieme a Oesterheld, Breccia disegna alcuni episodi del personaggio di Ernie Pike.

Del 1960 è la collaborazione con l'editore inglese Fleetway, editore che in quegli anni riusciva ad arruolare numerosi grandi autori del periodo. Del 1962 è uno dei grandi capolavori riconosciuti della coppia Breccia-Oesterheld ovvero Mort Cinder, sicuramente una delle opere più amate dallo stesso Breccia, che si autoritrae nel personaggio dell'antiquario Ezra Winston. In Italia la prima pubblicazione si ha sulle pagine della rivista Il Mago a partire dal n. 3 del 1972. Successivamente l'opera è spesso ristampata e proposta in volume.

Ulteriori collaborazioni con Oesterheld sono La vita del Che, fumetto datato 1968 incentrato sulla vita del rivoluzionario Che Guevara ed alla cui realizzazione collabora anche il figlio di Alberto Breccia, Enrique Breccia altro grandissimo autore di fumetti (recentemente riproposto in volume da Rizzoli). Si tratta di un'opera scomoda che in patria viene sequestrata e bruciata, e di cui purtroppo sono state distrutte anche le tavole originali. L'Eternauta, datato 1969, rappresenta praticamente una nuova versione dell'omonimo capolavoro del fumetto realizzato nel 1957 dalla coppia Oesterheld-Solano Lopez, riproposto con un taglio più adulto e con riferimenti più espliciti a dittatura e politica, ed illustrato con uno stile maturo e sperimentale da Breccia. In Italia è stato pubblicato sulle pagine della rivista linus nel 1972.

Nel 1970 realizza, sempre su testi di Oesterheld, una biografia di Evita Peron: Evita, vita e opere di Eva Perón.

Breccia realizza anche numerose storie per ragazzi, apparse in Italia sulle pagine del Corriere dei Piccoli e Corrier Boy fra la fine degli anni '60 ed i primi anni '70. Si tratta sia di storie autoconclusive che di serie ad episodi, come Squadra Zenith, spesso sceneggiate da Milo Milani.

Disegna poi in patria le illustrazioni de la "Historia gráfica de Chile" e collabora alla "Historia gráfica de la República Argentina", realizza inoltre alcune attività in campo pubblicitario che esulano dal mondo del fumetto. Nel 1973 si ripresenta al mondo della letteratura disegnata realizzando una serie di riduzioni a fumetti de I miti di Cthulhu, alcuni fra i più celebri lavori del grande scrittore H.P. Lovecraft, racconti adattati da Norberto Buscaglia. Quest'opera rappresenta anche un punto di svolta nello stile dell'autore che si adatta a rappresentare gli indefiniti orrori lovecraftiani con un nuovo stile, meno realistico, più impalpabile ed indefinito, che aprirà la strada ai nuovi lavori dell'autore, sempre differenti, sperimentali ed innovativi. In Italia i Miti di Chthulu sono apparsi sulla rivista Il Mago a partire dal n. 20 del 1973 (tranne l'episodio Colui che sussurrava nelle tenebre apparso su alteralter n. 11 del 1982) e successivamente sono stati riproposti in volume.

Altre opere horror-gotiche realizzate dall'autore, sono vari adattamenti dai racconti di Poe (come Il cuore rivelatore, Mr Valdemar, La maschera della morte rossa, Il gatto nero) o di altre storie d'orrore (talvolta ancora con la collaborazione di Buscaglia) e il grottesco, disincantato ed ironico Dracula (1984).

Del 1974 è la collaborazione con un nuovo grande sceneggiatore argentino Carlos Trillo. Una duratura e proficua collaborazione porterà nuovi capolavori nella bibliografia di Alberto Breccia. Opere come Un tal Daneri (1974, pubblicato in Italia su linus e alteralter fra il 1976 ed il 1980), Nadie (1977, pubblicato in Italia col nome di Agente «nessuno» sulla rivista Skorpio fra il 1977 ed il 1978), Buscavidas (in Italia pubblicato come L'acchiappastorie o Raccattastorie o Caleidoscopio, in parte su alteralter in parte su L'Eternauta fra il 1983 ed il 1985). Un episodio di Buscavidas appare anche su Comic Art numero 110 del 1993. Sia Un tal Daneri che Caleidoscopio sono stati riproposti in volume.

Del 1976 è il racconto L'aria, sceneggiato da Guillermo Saccomanno e pubblicato in Italia su alteralter n. 5 del 1977.

I grotteschi adattamenti di note favole, sceneggiati sempre da Trillo con un umorismo nero e feroce, sono pubblicati sulla rivista alteralter fra il 1980 ed il 1981 e successivamente raccolti in volume (Chi ha paura delle fiabe?, Milano Libri, 1981). Si tratta di uno dei pochi lavori di Breccia a colori. Sempre di Trillo è un'altra opera visionaria, Gli occhi e la mente, pubblicata sulla rivista L'Eternauta a partire dal 1980.

Ma la sua opera più importante dopo Mort Cinder è sicuramente Perramus (1984), realizzato su testi di Juan Sasturain, e pubblicato in Italia inizialmente sulle pagine di Orient Express (1984-1985) e successivamente sulle pagine della rivista L'Eternauta (a partire dal 1986). Si tratta di un'opera di denuncia sulla dittatura argentina che per il suo importante ruolo nella difesa dei diritti umani vince il premio Amnesty nel 1989.

Il già citato Dracula, grottesca opera a colori, è pubblicato sulle pagine della rivista Comic Art fra il 1988 ed il 1991

Oltre alle opere citate ci sono chiaramente numerosi racconti brevi ed autoconclusivi pubblicati sulle importanti riviste di fumetto già citate e scritti da vari autori (da Mezzo chilo di morte, pubblicato su Il Mago n. 12 del 1973 a La gallina sgozzata scritto da Trillo e pubblicato su alteralter n.2 del 1979) che può essere interessante recuperare. Non tutti sono stati riproposti in raccolte in volume.

Fra le ultime opere di Breccia ci sono Rapporto sui ciechi (1991), adattamento di un capitolo del romanzo Sobre héroes y tumbas di Ernesto Sabato e El Dorado, el delirio de Lope de Aguirre.

Alberto Breccia ha avuto tre figli che hanno seguito le orme paterne dedicandosi al disegno ed al fumetto: Enrique Breccia, sicuramente quello che ha avuto maggior successo dei tre grazie ad uno stile magico e affascinante (e che ha collaborato col padre alla Vita del Che), Patricia e Cristina.

Muore il 10 novembre 1993 a Buenos Aires.

(01/12/2008)

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