[fumetto]
Peanuts
Peanuts. Il termine inglese 'peanuts' indica le noccioline americane, le cosiddette arachidi.
Strano nome per una striscia a fumetti; si potrebbe pensare per via della forma dei personaggi che ricorda vagamente quella sinusoidale di una nocciolina (testa grossa che si stringe sul collo per allargarsi di nuovo a palla sulla pancia, forma tipica dei bambini piccoli, peraltro); o magari per via del gusto che si prova nel leggere le strisce, che spinge il lettore a divorarle una dopo l'altra senza sosta.
Ma la realtà parla molto più banalmente di un nome, Peanuts, imposto dall'editore, un nome che fosse facilmente ricordabile e che, per inciso, a Schulz neanche piaceva. Schulz è ovviamente Charles Monroe Schulz, creatore della serie ed unico realizzatore delle strisce che, nell'arco di 50 anni, hanno scritto una pagina indelebile della storia del fumetto.
I Peanuts nascono ufficialmente il 2 ottobre del 1950, pubblicati dal potente United Feature Syndacate (il più importante distributore di strisce per quotidiani) su una rosa di quotidiani statunitensi, tra i quali il Washington Post ed il Chicago Tribune, ma in realtà le avventure degli umanissimi personaggi di Schulz avevano già visto la luce, con un altro titolo (Li'l Folks) su di una testata locale (il St. Paul Pioneer Press).
I Peanuts sono dunque una striscia a fumetti, o meglio 'LA' striscia a fumetti. Divertente, poetica, intelligente, ironica, a tratti velata da una nota di nostalgia, i Peanuts ci mostrano come eravamo da piccoli: goffi, ingenui, egoisti, saccenti, timidi, fragili ed umanissimi ma soprattutto ci mostra come saremo da grandi: goffi, ingenui, egoisti, ...
Eh si, i piccoli protagonisti dei Peanuts, il buffo e imbranato Charlie Brown, la dispotica e arrogante Lucy Van Pelt, il suo saggio fratello Linus e gli altri giovani amici ci accompagnano in questo lungo viaggio tra i sentimenti e i difetti della natura umana. Ed è facile ritrovarsi nei loro caratteri, così vari, ingenui e sinceri, specchio dei mille volti di una sfaccettata umanità. Ai personaggi principali si affiancano comprimari di indubbio spessore (Piperita Patty, Sally, Marcie, ...) e personaggi minori (Violet, Pig-Pen, Shermy, ...). Tra i tanti personaggi spicca poi l'umanissimo cane Snoopy, un bracchetto quasi antropomorfo che porta avanti la bandiera del sogno e della fantasia. Snoopy non è l'unico animale del fumetto; ad esso si accompagnano il fratello Spike, magrissimo cane del deserto, oltre ad altri fratelli meno noti (Pallino, Belle, ...) ed uno stuolo di uccellini dall'incomprensibile linguaggio (comprensibilissimo per Snoopy) tra i quali spicca Woodstock.
In realtà Snoopy nasce come un cane quasi comune, non parla (non pensa), non cammina su due zampe, pur essendo estremamente furbo e simpatico; ma ben presto viene umanizzato, incomincia a pensare ed a comportarsi a tutti gli effetti come un essere umano, parla con gli amici uccelli ed ha paura folle dei gatti, in particolare del gatto dei vicini.
Il mondo in cui si muovono i personaggi è un mondo senza adulti; i grandi non verranno mai a 'corrompere' il magico universo dei Peanuts, anche perché non ce n'è alcun bisogno; i Peanuts portano già in sé pregi e difetti degli adulti e un'influenza esterna non aggiungerebbe niente alle loro avventure.
A differenza del fumetto per certi versi simile, Mafalda, anch'esso incentrato sulle gesta di alcuni bambini, in quel caso riflesso delle famiglie e della loro condizione sociale, quindi condizionati dall'ambiente in cui sono cresciuti, qui non c'è il confronto diretto con gli adulti.
In Mafalda il confronto era necessario perché, affrontando apertamente discorsi sociali, politici e morali era necessario un mondo adulto sul quale far gravare il peso delle ingiustizie e dei mali del mondo per dare un insegnamento alle nuove generazioni.
Nei Peanuts tutto questo non si verifica e non perché le strisce siano prive di messaggi, di una morale o di una poetica, bensì perché la stessa è più universale, filosofica e svincolata da un legame alla realtà che farebbe perdere alle strisce l'atmosfera magica e quasi fiabesca.
In realtà gli adulti sono presenti, alle volte, nel fumetto, ma fuori campo; può capitare quindi di vedere i piccoli protagonisti delle strisce rivolgersi ai genitori, che intuiamo presenti al di là dei margini delle vignette ma che 'fisicamente' non compaiono nè pronunciano alcuna frase (tranne in alcune delle prime strip nelle quali erano presenti voci fuori campo). Tra gli adulti più 'presenti' sicuramente la maestra della scuola elementare, le cui domande e pensieri sono sempre chiaramente comprensibili dalle risposte e dalle affermazioni dei bambini in classe.
Questi piccoli ometti si interrogano su tante questioni, dal senso della vita al perché dei loro piccoli traumi e dispiaceri, arrivando ad indagare nel profondo della natura umana e riuscendo spesso a portare il sorriso grazie a risposte semplici quando non proprio 'banali'.
Le situazioni si ripetono sempre simili e sempre diverse, affinandosi e trattando le mille sfaccettature di uno stesso tema. La scuola vista da diverse angolazioni a seconda del bambino di cui seguiamo le sorti (principalmente Piperita Patty che con la scuola ha un rapporto piuttosto conflittuale e Sally la sorella di Charlie Brown), la scassatissima squadra di baseball allenata da Charlie Brown abbonata ad un'eterna sconfitta, i dubbi e le incertezze dei bambini sui temi più disparati (e come cambia il senso della cosa se a rispondere è la 'psichiatra' Lucy o il prudente Linus), le 'irrequiete' situazioni sentimentali tra i piccoli protagonisti (divise tra chi non riesce a dichiararsi, principalmente Charlie Brown, e chi viene inevitabilmente respinto, come Sally da Linus e Lucy dal bambino prodigio Schroeder) per non parlare della fervida immaginazione di Snoopy che lo porta con estrema facilità a solcare i cieli della prima guerra mondiale scontrandosi, inevitabilmente sconfitto, con il malefico Barone Rosso (è questa solo la più famosa di una interminabile galleria di personaggi che il piccolo cane riesce ad interpretare, calandosi con tutto il cuore nella parte).
Le vicende alla base delle strip sono, come si vede, molto semplici e vanno a toccare gli aspetti più comuni della vita di ogni giorno, trattati in maniera leggera eppure intensa. Anche il tratto di Schulz è molto semplice ma sicuramente non banale; pur nell'essenzialità del tratto Schulz rende alla perfezione lo stato d'animo dei personaggi ed allo stesso tempo concentra l'attenzione sul microcosmo in cui si muovono Charlie Brown ed i suoi inseparabili compagni di gioco, di avventure ma soprattutto di vita.
I personaggi delle strip sono molti, ognuno con caratteristiche e personalità ben definite e sostanzialmente invariate nell'arco degli innumerevoli anni di pubblicazione del fumetto.
Certo i caratteri si affinano e si delineano con più precisione ma la psicologia, il comportamento, l'interazione tra i vari personaggi restano sostanzialmente invariate, tranne forse che per Snoopy, il quale, come accennavamo, tende ad umanizzarsi col passar del tempo.
Saltuariamente si aggiungono nuovi personaggi, qualcuno dei più piccoli cresce (ad esempio Linus o Sally) ma gli altri restano sostanzialmente immutati.
Dal fumetto sono state tratte alcune serie animate, abbastanza statiche in realtà, che riproponevano le avventure vissute su carta da questi piccoli protagonisti. Ovviamente il fascino esercitato dalle strip non è minimamente paragonabile alle, pur gradevoli, versioni a cartoni animati. Il target di queste ultime è evidentemente indirizzato ai bambini mentre le strisce per i diversi livelli di lettura che racchiudono sono godibilissime a qualunque età.
Le strisce dei Peanuts sono state sempre realizzate da Schulz. L'ultima strip è stata pubblicata il 13 febbraio 2000 (il giorno dopo la morte di Schulz) in cui Snoopy accompagna le parole di commiato del suo autore.
Come sempre in questo tipo di produzione in formato strip, la pubblicazione alterna le strisce in senso stretto con dei fumetti a pagina intera, le cosiddette tavole domenicali, pubblicate soltanto una volta a settimana.
In Italia i Peanuts hanno visto la luce sulla rivista Linus, che deve il suo nome proprio ad uno dei protagonisti della striscia, il saggio Linus Van Pelt, che troneggia sulla coperina del primo numero accompagnato dalla sua inseparabile coperta.
Altre riviste che hanno ospitato le avventure dei piccoli personaggi di Schulz sono Eureka e Snoopy (ancora una rivista che prende il nome da un personaggio dei Peanuts), in quest'ultima la pubblicazione è a colori.
Notevole è anche la pubblicazione in volume dell'opera di Schulz. A partire dai primi libri, realizzati da Milano Libri, la casa editrice di Linus e dalle Edizioni Mondadori negli ormai classicissimi volumi Oscar Mondadori.
Le strisce sono state raccolte più e più volte sia in piccoli albetti (spesso edizioni economiche e brossurate, prima da parte della Rizzoli nei classici BUR e più di recente la riproposizione dell'intera serie per la Baldini & Castoldi) che in albi di grandi dimensioni (cronologicamente corretti, sempre Baldini & Castoldi) oltre che nella prestigiosa collana The Comlete Peanuts delle edizioni Panini Comics.
Le avventure di Charlie Brown e dei suoi piccoli amici sono inoltre spessissimo presenti nelle tante collane dedicate ai fumetti apparse negli ultimi anni in edicola. Nella prima e forse la più famosa, I Classici del Fumetto di Repubblica (avviata nel 2003), i volumi dedicati ai Peanuts sono addirittura due (il sesto, Peanuts, ed il quarantesimo, Snoopy).
Le raccolte spesso sono assortite, accomunate da un tema o da un protagonista (spesso Snoopy), ma non mancano le raccolte cronologiche che ripercorrono l'intera produzione di strisce (e di tavole) nel rigoroso ordine di pubblicazione.
E' possibile leggere tutte le strip dei Peanuts sul sito Comicus.com al seguente link: Peanuts.
(22/11/2009)