[storia]
I delitti della fenice
Prima delle due storie di Dino Battaglia con protagonista l'ispettore Coke, l'unico personaggio seriale con cui l'autore venenziano si sia mai cimentato.
La storia si svolge in una cupissima e fumosa Londra degli inizi del XX Secolo resa magistralmente dai chiaroscuri di Battaglia.
Assistiamo subito al primo omicidio: due signore di mezza età si affrettano a rientrare, camminando per i cupi viottoli di Londra, spaventate dall'ora ormai tarda; uno strano rumore si fa sentire con sempre maggiore intensità; qualcosa si avvicina e per le due povere vittime non c'è più molto da fare.
E' solo il primo di una serie di delitti su cui l'ispettore Coke si troverà ad indagare. Come al solito le indagini si riveleranno complesse e misteriose.
Il secondo omicidio si verifica al molo; le ultime parole della vittima, prima di morire, sono sconnesse ed enigmatiche. L'uomo vaneggia a proposito di una certa fenice.
Alcune testimonianze sembrano confermare la presenza di un immenso volatile in giro per i cieli di Londra. Si ipotizza un rapace o qualche animale sconosciuto.
Visti questi sviluppi Coke, contatta l'oronitologo di chiara fama, professor Evan Ziliacus, e, insieme ad alcuni testimoni, cerca di capire di che animale possa trattarsi.
La visita non dà i frutti sperati, e poco dopo l'incontro con l'ispettore anche il professor Ziliacus viene ucciso. Sul luogo del delitto rimangono indizi importanti.
Nel relax della sua casa, parlando con Belfagor, il suo gatto nero, ragionando con la dovuta calma su avvenimenti e indizi, e con un po' di fortuna, Coke riesce a chiarirsi i punti più oscuri e ad intuire alcune verità riuscendo a dare una svolta alle indagini.
Ormai siamo certi che a compiere i delitti sia una mano umana, resta da capire chi e soprattutto perché fa questo. Tutto sembra risalire ad un po' di tempo prima e convergere sulla persona di Jervis Romney e sugli strani esperimenti che ne causarono la morte un po' di anni prima.
Per capirne qualcosa di più Coke interroga i figli dell'ingegnere, ormai cresciuti, Miss Agnes e il professor Robert Romney. Queste 'visite di cortesia' non sembrano dare i risultati sperati e l'ispettore decide di forzare i tempi servendosi di metodi poco ortodossi.
Il cerchio sembra chiudersi sempre di più anche se i principali sospettati vengono via via fatti fuori; restano ben pochi indiziati e, componendo i pezzi in suo possesso, per Coke non è difficile arrivare alla conclusione che forse lascerà un po' più spiazzati i lettori.
Questa prima storia dell'Ispettore Coke , pubblicata per la prima volta nel 1982 per alteralter e successivamente riproposta nella collana iI protagonisti delle Edizioni l'Isola Trovata, è un piccolo gioiellino realizzato in maniera superba da un Battaglia all'apice della sua forma. Le tavole sono splendide, ben costruite e ottimamente disegnate, lo stile fumoso è adattissimo a rappresentare i toni horror della nebbiosa e cupa Londra (questi aspetti saranno ancor più accentuati nel secondo episodio della serie, La mummia, dai risvolti ancora più orrorifici e gotici).
La storia ha una struttura molto classica, è ben strutturata e ha un buon crescendo anche se la parte più importante del fumetto restano le atmosfere che Battaglia riesce a ricreare. I testi sono di Dino e Laura Battaglia.
E' un vero peccato che l'autore non abbia avuto il tempo di regalarci altre storie dell'ispettore Coke. Il mostro del Tamigi, la terza storia della serie, non verrà completata per la morte dell'autore.
(01/12/2008)