Poema a fumetti

[storia]

Poema a fumetti


Poema a fumetti
Quando nella nebbia della città passa il decrepito fiacre con dentro qualcosa che biancheggia.

Per la sua incursione nel mondo del fumetto, Buzzati si rifà al mito di Orfeo-Euridice, la famosa discesa agli inferi di Orfeo nel vano tentativo di recuperare l'amata Euridice. Il poema a fumetti è strutturato in 4 capitoli:

 

I) Il segreto di Via Saterna
II) Spiegazione dell'aldilà
III) Le Canzoni di Orfi
IV) Eura ritrovata

I) Il segreto di Via Saterna
Il fumetto ha inizio in via Saterna a Milano, dove sorge una villa dall'aspetto tetro e dai contorni indefiniti su cui si favoleggiano inquietanti storie. Di fronte a questa villa sorge il palazzo dei conti Baltazano, una famiglia di antica nobiltà in declino. Il figlio minore di tale famiglia si chiama Orfi ed è un cantante di discreto successo. Casualmente intento ad osservare la villa misteriosa dalla finestra vi vede entrare una ragazza che assomiglia alla sua amata Eura. Il giorno dopo apprende che Eura è morta colpita da un misterioso male e decide di affrontare la porticina in cui Eura è sparita. Armato di chitarra chiede accesso intonando una canzone che comincia con "toc toc", gli viene concesso di entrare e si ritrova impavido a discendere interminabili scale, guidato da una ragazza, fino a giungere ad una piccola porta.

II) Spiegazione dell'aldilà
Al di della porta la ragazza presenta il suo padrone, un diavolo custonde (una giacca vuota) che gli spiega alcune cose sull'aldilà. Ogni uomo porta con sé il proprio mondo ("è quello che gli basta immagino"), non ci sarebbe spazio sufficiente per tutte le popolazioni delle età profondissime. Orfi ritrova la sua Milano. Le persone continuano a trascinare la loro vita mentre il tempo non scorre, ancorato ed immobile nello stesso immutabile giorno. E soprattutto i morti (o gli immortali che dir si voglia) non conoscono più la speranza e sono insensibili al dolore, non hanno fame e non provano alcuna emozione. Rimpiangono inspiegabilmente la vita, la sua angoscia, gli incubi e i dolori. Hanno le stelle, il vento e la notte ma a che vale senza la paura, l'inquietudine, l'ignoto. Il latrare di cani in una notte nera non vuol dire più niente, le ombre sussultanti e le folate di vento non hanno più ragion d'essere. Tutto è scontato. Lo stesso vale per l'amore. Gli uomini non hanno più desideri, le tentazioni ed i languidi desideri della vita si trasformano in prevedibilità e noia. Gli abitanti dell'aldilà sono sempre alla ricerca di qualcuno che riesca a risvegliare in loro qualche briciola dei vecchi istinti, una scintilla degli atichi brividi, piaceri o inquietudini.

III) Le canzoni di Orfi
Il custode chiede ad Orfi di cantare e raccontare le palpitanti angosce ed i lontani piaceri della vita, in cambio potrà rivedere Eura. Ed Orfi canta, canta la vita e le sue angosce, i misteri e le leggende, la solitudine, la disperazione, le gloriose ed inarrestabili vittorie, le definitive sconfitte, fantasmi, demoni e la temuta morte. Canta ancora, risvegliando le emozioni dei defunti, racconta la storia dell'uomo che si voltò, la storia dei nove gentiluomini, la storia del casellante, la storia del visitatore del pomeriggio e la storia delle melusine. Racconta poi, ricorda il desiderio e la passione, l'amore ormai negato, i fatali ed implacabili amplessi. Ed infine racconta degli dei amati e temuti dagli uomini. Basta, ha meritato il suo lasciapassare. Gli sono concesse 24 ore per ritrovare, fra le moltituidini di anime, la sua amata Eura.

IV) Eura Ritrovata

Fra le perdute moltitudini Orfi cerca la sua Eura, riesce a trovarla su un treno enorme in partenza chissaquando per chissadove. I minuti scorrono veloci, il tempo a disposizione di Orfi sta per scadere, il tentativo di portarla via con se fallisce miseramente ("E' inutile. non posso accompagnarti lassù. Povera favola di Orfeo. Anche se tu non ti volterai indietro, non servirebbe lo stesso."). Orfi si ritrova improvvisamente davanti alla porta di Via Saterna, con nel cuore la promessa di Eura ("Un giorno ci rivedremo") ed in mano un anello come unico indizio di non aver sognato. E mentre i piccoli uomini sono impegnati nelle loro insignificanti beghe l'universo continua il suo corso ("In quel preciso momento sulle creste della Gran Fermenda turbinava la tormenta con le sue solite anime in pena. Gli ultimi re delle favole si incamminavano all'esilio e sul deserto di Kalahari le turrite nubi dell'eternità passavano lentamente.").

Autentico capolavoro della letteratura disegnata "Poema a fumetti" è un'opera unica ed inquietante. Buzzati ha modo di dare libero sfogo alla sua passione per la pittura ed il disegno, giocando con stili e soluzioni grafiche per coinvolgere immancabilmente il lettore. Sebbene non tutti i disegni siano tecnicamente perfetti, hanno una forza impressionante e rendono alla perfezione atmosfere e stati d'animo, angoscia e mistero. Qua e la sembra ammiccare a suoi precedenti racconti (il vecchio cane malato ci rimanda a "Il tiranno malato", i soldati vittoriosi a "La canzone di guerra", solo per citarne alcuni esempi), ripercorrendo comunque temi, personaggi e situazioni a lui cari. Buzzati saccheggia cinema, pittura e letteratura per questa opera citando apertamente alcune delle sue fonti e ringraziandole con affetto.

(01/12/2008)

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Scheda Tecnica

fumetto:
storia:
Poema a fumetti
data pubblicazione:
1969
pagine:
214

autore: