[storia]
La seconda volta che ho visto Roma
La seconda volta che ho visto Roma è un suggestivo viaggio in una pittoresca ed onirica visione di Roma, illustrata dal tratto morbido e sfuggente di Marco Corona.
L'opera è un'espolsione di colori e situazioni che ha per protagonisti paperi ed altri animali antropomorfi, a metà strada tra i pennuti di Walt Disney e più viscerali personaggi da fumetto underground.
In questa graphic novel, realizzata nel 2012 (la dedica finale dell'autore riporta come data settembre 2012), Marco Corona racconta il suo secondo viaggio a Roma in una torrida estate del 1994, un viaggio che prende il via de Cuneo in autostop, in compagnia delle amiche Chiara e Daniela; il motivo del viaggio è la partecipazione ad un concerto dei Marlene Kuntz.
Ma in realtà questo è solo un pretesto iniziale per l'autore che si estende, in maniera volutamente disorganica e confusionaria, ad investigare la Roma degli ultimi anni (dallo scandalo del Presidente della Regione Lazio Marrazzo alla vittoria dello scudetto da parte della Roma nel 2001, dalla nevicata che ha paralizzato la città nel 2011 alla nascita del figlio dell'autore nel 2009) per poi allargarsi, spesso oniricamente, a rappresentare una Roma antica popolata dalle prime comunità cristiane vissute all'ombra della persecuzione, a riesumare il pensiero di Tacito, a ricordare alcuni esempi quasi sconosciuti di resistenza partigiana durante l'occupazione nazista e persino ad immaginare i gabbiani di Roma simili agli immensi pterodattili disegnati da Moebius in Arzach.
Ma il riferimento al presente è sempre vivo e si dipana tra irascibili centurioni (Ferocius, le cui vicende riecheggiano a tratti quelle di discussi protagonisti della vita politica degli ultimi vent'anni), moderni strimpellatori da ristorante e pittoreschi autisti con la pistola nel cruscotto.
Le vicende, dopo un inizio lineare, si sviluppano in un continuo gioco di rimandi e di associazioni di idee libere, caotiche e graziosamente confusionarie; un phamplet dove l'autore, dando libero sfogo alla fantasia, si lascia andare ad efficaci suggestioni visive (voli notturni su di una splendida Roma illuminata dai lampioni, pupazzi di neve che si animano minacciando la città, la statua di Giordano Bruno a Campo de' Fiori pronta ad abiurare la propria eresia nel caldo opprimente dell'estate romana).
La narrazione (anche visivamente) frammentaria ed a tratti incompiuta dell'autore, per quanto coinvolgente, può in parte spiazzare il lettore ed il fatto che non tutte le pedine vadano al loro posto alla fine della storia (lasciando le vicende a volte soltanto abbozzate) potrà non soddisfare tutti ma è evidente come l'interesse dell'autore non sia nell'organicità dell'opera.
Il fumetto è corredato da un'appendice che chiarisce alcuni degli spunti e delle citazioni interne allo stesso, riferimenti di vario genere che spaziano dalla nascita di Forza Italia a citazioni letterarie, da riferimenti all'attualità al promesso spogliarello della Ferilli in caso di vittoria della Roma nel 2009; un glossario spesso ironico e divertito sulle italiche vicende.
La seconda volta che ho visto Roma è stato pubblicato dell'editore Rizzoli-Lizard nel maggio 2013 nel volume La seconda volta che ho visto Roma ed in seguito, già il mese successivo, nella collana Graphic Journalism del Corriere della Sera, come decimo volume della serie.
(26/06/2013)