[storia]
Ivan Timbrovic e l'unghia di Kalì
Il titolo di questa storia di Massimo Cavezzali, Ivan Timbrovic e l'unghia di Kalì, non può non far correre il pensiero degli appassionati di fumetti Disney, tra i quali va annoverato sicuramente lo stesso Cavezzali, ad un'avventura di Topolino di tanti anni fa, Topolino e l'unghia di Kalì, storia Disney interamente realizzata dall'italiano Romano Scarpa e considerata una delle più belle del topo a fumetti più famoso al mondo.
Il vecchio e sanguinario Thug
Leonida
Cavezzali prende lo spunto iniziale dalla storia di Scarpa e vediamo Leonida Leonidievic, il carismatico leader russo del fumetto, sottrarre un'unghia particolarmente appuntita dalla mano di una statua della dea Kalì (statua ripresa pari pari da quella disegnata da Romano Scarpa) ed utilizzarla per ascoltare dei dischi con informazioni riservate, inviati dall'agente segreto russo in America, grazie ad un codice che può essere decifrato solo in questo modo.
Sul più bello l'unghia/puntina si consuma e questo è il pretesto per inviare il valido, seppur accidioso, agente segreto Ivan Timbrovic alla ricerca dell'astato, il rarissimo materiale (0,35 grammi in tutta la crosta terrestre) da cui è composta l'unghia e che è quasi totalmente in mano ad un vecchio Thug (un anziano membro appartenente alla famosa sanguinaria setta di strangolatori malesi).
Per riuscire ad entrare nelle grazie del vecciho Thug senza dare nell'occhio Ivan si traveste da dea Kalì e si addentra nell'antica pagoda custodita dal vecchio.
Ivan smascherato dalla giovane figlia del Thug
Non tarderà ad apparire l'immancabile giovane fanciulla che non ha mai visto un uomo e che non aspetta altro. In questo caso si tratta di Azira, illibata figlia del Thug. Una volta che la fanciulla avrà scoperto il travestimento, Ivan dovrà darsi da fare per l'ennesima volta ma come sempre riuscirà a scappare ed a raggiungere sano e salvo la madre patria.
La missione non andrà a buon fine, le unghie trafugate da Ivan si riveleranno uno spiacevole malinteso ma Leonida non se ne curerà più di tanto grazie alla messa a punto di un nuovo 'geniale' modo di comunicare con gli agenti segreti all'estero.
La storia è stata pubblicata su Orient Express numero 8 del febbraio 1983.
(11/02/2009)