[storia]
Le regole del gioco
Le "regole del gioco" sono quelle, non scritte, che conducono a considerare il matrimonio come (l'unico) strumento di scalata sociale.
New York, primi anni del Novecento. Alcune famiglie ebree giunte in America prima della Guerra Civile hanno avuto un discreto successo. Fra queste, in particolare, quella degli Arnheim, il cui capostipite ha creato l'azienda di famiglia, la Arnheim Corset Company. Per far espandere l'azienda il figlio maggiore, Conrad, donnaiolo impenitente e scansafatiche cronico, accetterà un matrimonio di convenienza con la figlia di un banchiere ebreo di provincia ben contento di imparentarsi con una famiglia importante come quella degli Arnheim.
Altri matrimoni si succederanno negli anni, ma l'elemento comune resterà quello di voler realizzare il sogno americano del potere, del successo e della piena integrazione nell'alta società attraverso la scorciatoia del "buon" matrimonio. L'importante resta salvare ad ogni costo le apparenze, anche nei momenti più drammatici. E Conrad Arnheim ha un talento naturale in questo e riuscirà a farlo (quasi) indenne per tutta la sua vita, anche a costo di rovinare le vite altrui, del fratello ubriacone, delle mogli, delle figlie, dei soci.
La morale è disarmante, le "regole del gioco" macinano tutto e tutti, anche coloro in principio mossi da nobili sentimenti poetici e ne restano invischiati anche personaggi apparentemente dolci e ingenui come i coniugi Kayn, orgogliosi del fatto che loro figlio abbia sposato una Arnheim. Grazie a questo riusciranno ad entrare addirittura nel club del the del martedi!
Il tratto di Will Eisner è, al solito, superbo. Riesce a rendere con semplicità una grande espressività dei personaggi e a vederli invecchiare nel corso degli anni senza miglioramenti caratteriali percepibili. La storia, nonostante possa essere accostata ad un saggio sociologico per la serietà dell'argomento trattato, per il distacco emotivo con cui viene affrontato e per la critica sotterranea al modello del sogno americano e ai meccanismi della società ebraica (ma non solo), è molto dinamica e godibile, a tratti ironica. Il lettore ha la sensazione di spiare dal buco della serratura la vita privata e le beghe familiari dell'alta società, di essere ammesso a guardare quello che succede dietro le quinte delle apparenze che devono essere sempre salvaguardate. Per rendersi conto, alla fine, che le apparenze stesse si approprieranno della vita reale dei personaggi.
(01/12/2008)