Arkham Asylum

Arkham Asylum - Una graphic novel di Batman dark e visionaria

[storia]

Arkham Asylum


Arkham Asylum rappresenta senz'altro una delle più cupe, violente e visionarie avventure di Batman, realizzata nel 1989 dal grande sceneggiatore Grant Morrison e mirabilmente illustrata dal visionario artista Dave McKean.

L'allucinato Joker protagonista di Arkham Asylum
L'allucinato Joker protagonista di Arkham Asylum

Arkham Asylum, come noto agli affezionati lettori di Batman, è il manicomio criminale in cui è rinchiuso un discreto numero di avversari di Batman, ovvero i criminali più folli che non trovano ospitalità nelle tradizionali patrie galere. Arkham è peraltro il nome di una città immaginaria che nasconde terribili segreti nei racconti del grande scrittore Howard Phillips Lovecraft e l'ombra di Lovecraft è senz'altro presente in questa storia.
Ma la citazione introduttiva della storia, quanto mai appropriata, non spetta a Lovecraft bensì a Lewis Carroll col suo stupendo Alice nel paese delle meraviglie: "Ma io non voglio andare in mezzo ai matti" disse Alice, "Oh, ma non puoi farci niente", disse il Gatto, "Qui siamo tutti matti".

Il fondatore dell'Arkham Asylum, Amadeus Arkham
Il fondatore dell'Arkham Asylum, Amadeus Arkham

Il racconto prende le mosse dai diari di Amadeus Arkham, il fondatore del manicomio di Gotham City. Lo vediamo bambino senza padre che accudisce la madre malata in una casa troppo grande per lui, una casa che sembra ospitare oscure presenze ed avere nefasti effetti sul temperamento della madre e del bambino (ed i riferimenti a Lovecraft si sprecano), la casa che in futuro diverrà l'Arkham Asylum. La storia alterna le scene contemporanee in cui si muovono Batman ed i suoi avversari ed i ricordi e gli avvenimenti precedenti, ambientati nei primi decenni del '900, riguardanti le vicende del fondatore del manicomio. Vedremo nel corso della storia Amadeus Arkham da adulto, sposato e felice, padre di una splendida bambina. E vedremo la sua tranquillità familiare devastata da un maniaco assassino ed il suo fragile equilibrio crollare. Anche lui diverrà ospite del manicomio realizzato per la città di Gotham.

Tornando ai giorni nostri scopriamo che Joker, insieme agli altri pazzi, si è impossessato del manicomio ed ha con se alcuni ostaggi, fra cui gli psichiatri che tenevano in cura i matti. Le loro richieste sono minime, vogliono semplicemente che Batman li vada a trovare ("vogliamo te qui con noi al manicomio... come è giusto"). E Batman, costretto ad accettare l'invito, ha paura di non essere sufficientemente equilibrato da entrare nel manicomio ed uscirne sano di mente ("quando entrerò ad Arkham e le porte si chiuderanno alle mie spalle... sarà come tornare a casa").

Joker, che si presenta calzando delle improbabili scarpe da donna con vertiginosi tacchi a spillo, non vuole uccidere Batman, vuole analizzarlo, smascherarne le nevrosi, la follia latente o palese (non è la prima volta, basta ricordare il The killing joke di Alan Moore e Brian Bolland) e quando gli "ospiti" del manicomio criminale di Arkham propongono "togliamogli la maschera" Joker risponde con la consueta lungimiranza "non siate banali, è quello il suo volto, ed io voglio andare molto più in profondità". Del resto Bruce Wayne in questa storia non esiste. Batman è solo Batman, non esistono ulteriori identità.

Un isterico Batman reagisce con rabbia ad una amichevole pacca dal Joker
Un isterico Batman reagisce con rabbia ad una amichevole pacca dal Joker

E Batman non è destinato a fare una gran bella figura in questo fumetto. Crolla disperato alle prime fasi di un semplice test di associazioni verbali ("madre ... perla", "manico ... revolver", "pistola ... padre" ...) che lo riportano sempre all'omicidio dei suoi genitori. Sottoposto al test delle macchie di Roscharch non ha il coraggio di dire quello che vede (un pipistrello) e risponde un banale "niente", salvo poi sentirsi ribattere dall'allucinato Joker "neanche un bel ragazzino dalle gambe lunghe in calzoncini da bagno?". Eh sì, perché il Joker non risparmia pesanti accuse di omosessualità e pedofilia al buon Batman ("come sta Robin? ha già cominciato a farsi la barba?") e gli appioppa una manata sul sedere facendolo strillare in maniera quantomeno sospetta. Per la cronaca, nella stessa macchia Joker vedeva "un ventriloquo ebreo chiuso nel bagagliaio di una chevrolet rossa".

L'ambientazione all'interno del manicomio è l'occasione per ritrovare numerosi fra i variopinti avversari di Batman, più o meno noti, ma in questo caso deformati dal visionario talento dei due autori e probabilmente dall'influsso maligno della casa, trasfigurati e quasi irriconoscibili in un'atmosfera horror da fiaba macabra. Fra i tanti nemici troviamo Due Facce, lo Spaventapasseri, Croc (enorme ed animalesco), Faccia di Creta (mai così pateticamente disfatto, quasi un lebbroso), il Cappellaio Matto (in questo caso la sua passione per Alice nel paese delle meraviglie si tinge di inedite sfumature pedofile).

L'interpretazione di Due Facce in uno dei tanti stili usati da Dave McKean
L'interpretazione di Due Facce in uno dei tanti stili usati da Dave McKean

Un Batman così cupo, circondato da pazzi non tanto diversi da lui, non si era mai visto. In questo fumetto Batman è più lugubre che mai, lo vediamo sempre in penombra, non ne distinguiamo il volto, che si nasconde nelle tenebre così come la personalità del personaggio si nasconde dietro la maschera da pipistrello e non vuole rendersi palese. L'unica cosa che riusciamo a vedere con chiarezza di Batman sono i denti bianchi del personaggio, quasi sempre esposti in una smorfia di rabbia o sofferenza. Al contrario Joker è costantemente illuminato, il bianco ceruleo del suo volto lo fa risplendere in mezzo al buio come una macchia di luce accecante dai contorni indefiniti, in cui svetta il rosso sanguinario dei suoi occhi allucinati.

Il Batman di Arkham Asylum è crudele, spietato, senza compassione, per contrastare i tanti nemici liberamente circolanti per le stanze del manicomino non esita ad usare mezzi cruenti, spappola la gamba di un Faccia di Creta orrendamente malato che vorrebbe semplicemente toccarlo per "donargli la sua malattia", spinge il doctor Destiny, costretto su una carrozzella, giù dalle scale.

Batman si procura una ferita per aiutarsi a restare lucido grazie al dolore
Batman si procura una ferita per restare lucido grazie al dolore

I personaggi del manicomio sono trasfigurati nella mente di Batman, che non riesce a mantenere lucidità e rischia di raggiungere un livello di follia tale da costringerlo a diventare ospite onorario dell'Arkham Asylum, degno compagno degli altri pazzi. Per restare ancorato alla realtà è costretto ad autoinfliggersi un profondo taglio in una mano, taglio che lo distragga dal continuo ritorno al passato, alla notte in cui i suoi genitori sono stati uccisi all'uscita da un cinema.

Batman prima di fare il suo ingresso nel manicomio di Arlham
Batman prima del suo ingresso nel manicomio di Arlham

Alla fine, fra i vari pazzi assassini, scopriremo che esiste qualcun altro che trama nell'ombra, succube del maligno influsso della casa. E Batman, riuscito a scappare dal manicomio, tornerà nuovamente dentro l'edificio per dimostrare a Joker ed agli altri pazzi di essere più forte di loro e più forte di quel malsano edificio. La decisione finale sulla sorte di Batman sarà affidata a Doppia Faccia, un Doppia Faccia a cui gli psicologi di Arkham hanno dato molte più opzioni di scelta con i loro tentativi di cura, rispetto alle semplici due opzioni risultanti dalla tradizionale moneta sfregiata del personaggio. Ben 78 opzioni costituite da altrettante carte dei tarocchi. Ma il risultato di tutte queste possibilita di scelta è semplicemente l'incapacità di prendere persino decisioni scontate come la necessità di andare in bagno.

Per la decisione sulla sorte di Batman, Doppia Faccia userà la sua tradizionale moneta, testa o croce, vita o morte.

Lo stile del fumetto è claustrofobico, servito in maniera eccellente dalla superba arte di Dave McKean, la cui tecnica caratterizzata da una profonda commistione degli stili più diversi, dagli schizzi a matita alle illustrazioni con colori sgargianti, dal collage alle foto ritoccate (poliedricità che ha spesso fatto accostare l'autore a Bill Sienkiewicz), si adatta perfettamente allo schizofrenico e pluricromatico universo dei matti di Arkham.

Il fumetto, datato 1989, è apparso in Italia la prima volta sulle pagine della rivista Corto Maltese fra il luglio ed il settembre del 1991. Successivamente è stato riproposto più volte in volume, nel 2006 è stata pubblicata dalla Play Press la versione celebrativa del 15° anniversario, comprensiva di sceneggiatura completa e layout, recentemente ristampata con ricchissimi contenuti speciali in versione Absolute dalla Planeta DeAgostini.

(12/05/2009)

Di seguito alcune delle edizioni pubblicate, in volume o rivista, della storia Arkham Asylum

Edizioni in volume
Rivista: Corto Maltese
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Scheda Tecnica

fumetto:
storia:
Arkham Asylum
nome originale:
Arkham Asylum
data pubblicazione:
1989
pagine:
106

testi:
disegni:

personaggi: